Laddove in periodo romano si ergeva Turublum Minor, in età giudicale nacque il borgo di Arsaquena. La città patì nei secoli le guerre tra aragonesi e arborensi, la peste, la malaria e le invasioni barbariche. L’attuale nucleo abitato si formò nel Settecento attorno alla chiesa campestre di Santa Maria di Arzaghena. L’anno della svolta fu il 1922, quando, nonostante le resistenze del regime, si ottenne l’autonomia da Tempio Pausania.
Situata nella parte orientale della Gallura, Arzachena include nel suo territorio il paradiso turistico della Costa Smeralda, facilmente raggiungibile con i traghetti per la Sardegna.
Porto Cervo, Capriccioli, Poltu Quatu, Pevero, solo per citare le località più note, fanno parte di un litorale di 80 chilometri che tra baie, insenature, promontori e isolotti regala emozioni di ogni tipo. Sul Golfo di Arzachena si affaccia la frazione di Cannigione, con la spiaggia omonima, non distante dalla quale si aprono gli altri ammalianti arenili di Mannena, Tanca Manna e Isuledda. Per chi vuole intimità ci sono le calette di Lu Multiccioni, Li Capanni e l’Ulticeddu. La Pitrizza si diversifica per gli stagni di Saloni, mentre sull’altra sponda, oltre l’Ea Bianca, ecco le spiagge di Tre Monti e Battistoni. Passando per Liscia di Vacca si raggiunge la penisola di Capo Ferro, dove davanti al faro si erge l’Isola delle bisce. Proseguendo verso Sud si entra in Costa Smeralda, che stupisce anche per i fondali, tra grotte, coralli e un’infinita varietà di specie animali.
L’entroterra non è meno suggestivo. Le colline granitiche si alternano alla macchia mediterranea. Mirto, corbezzolo, cisto… e poi lentisco, ginepro, olivastro e pino marittimo sono un invito a passeggiate naturalistiche che ossigenano anche la mente. Tramite una ripida scalinata si accede alla terrazza di Monte Moro, dalla quale si gode una vista mozzafiato che arriva sino all’arcipelago di La Maddalena. L’emergenza più nota del territorio, ormai inglobata dalle costruzioni, è l’immensa roccia a forma di fungo ribattezzata dai galluresi ‘Lu Monti Incappiddatu’. Gli scavi effettuati tra i crepacci confermano l’utilizzo dal Neolitico recente.
All’invidiabile mare e alle rigogliose campagne Arzachena aggiunge un parco archeologico di tutto rispetto, che colpisce anche per l’ottimo stato di conservazione. Si contano otto siti di età nuragica, tra i quali La Prisgiona, in regione Capichera. Il mastio con grande architrave e le due torri laterali sono protetti da cortina muraria che include anche pozzo e capanna delleriunioni. Il villaggio situato all’esterno è collegato dal ‘Sentiero dei Giganti’ alla tomba dei giganti di Coddu Vecchiu, riferibile a due fasi: esedra e stele centrale sono infatti più recenti. Sepoltura analoga è quella di Li Lolghi, con l’immensa stele monolitica.
Una terza tomba, detta Moru, a differenza delle altre è costruita a filari di pietre. Si trova nei pressi del Nuraghe Albucciu, che ha restituito un’ingente quantità di manufatti d’importazione a testimonianza dei traffici trasmarini. Ancora in ottimo stato di conservazione è il tempietto a megaron Malchittu. Infine la necropoli neolitica di Li Muri, con le quattro ciste dolmeniche e l’allée couverte tra le quali emergevano i simboli della divinità, testimonia una piena integrazione nel megalitismo europeo.
La tradizione culinaria è legata soprattutto ai primi: la zuppa cuata, caratteristica di tutta la Gallura, i chiusoni, gnocchi lavorati a mano, i pulilgioni, ravioli di ricotta e formaggio, i friuritti, simili alle tagliatelle. Tra i secondi spiccano la rivea, coratella di agnello o capretto cotta allo spiedo, e il casciu furriatu, formaggio fuso e condito con miele. I dolci tipici sono i casgiatini, frequenti a Pasqua, il pani e saba, specifico di Ognissanti, i cucciuleddi, propri del Natale. Per accompagnare tutti questi zuccheri si opta per il moscato dolce, mentre a pasto spopola il vermentino, che in Gallura ha la sua culla.